“ARTE DI PARTE” di Danilo Sini

Il 11 Aprile 2025

Il Museo Diocesano Arborense di Oristano ospita da venerdì 11 aprile alle ore 18.30,  la mostra "ARTE DI PARTE" dedicata all'artista Danilo Sini considerato uno degli esponenti più interessanti del panorama artistico sardo.

Arte di parte locandina

Cos'è

Il Museo Diocesano Arborense di Oristano ospita da venerdì 11 aprile alle ore 18.30,  la mostra "ARTE DI PARTE" dedicata all'artista Danilo Sini considerato uno degli esponenti più interessanti del panorama artistico sardo.

La mostra, curata da Gianni Murtas, cerca di restituire la complessità degli orizzonti culturali in cui la ricerca di Sini si è sviluppata, combinando la  reiterata alternanza di tecniche col continuo riproporsi di  elementi simbolici che in tanti modi diversi sottolineano la necessità di un arte impegnata nella costruzione di valori socialmente condivisi.

Negli anni Ottanta il progressivo deterioramento degli orizzonti delle  Neoavanguardie ha innescato un passaggio fondamentale per la cultura del Novecento, e i  tentativi di definire categorie estetiche capaci di render conto delle mutazioni in atto hanno segnato gran parte delle nuove esperienze, costituendo la base delle ricerche artistiche del nuovo Millennio.

In Sardegna Danilo Sini è stato una delle figure più significative di tale processo. Dai primi interventi sugli elettrodomestici alle opere con materiali d'uso comune, dalle riprese pittoriche alle rielaborazioni fotografiche, il suo lavoro ha attraversato i nodi cruciali del dibattito estetico contemporaneo, giocando sulla alterazione del senso delle immagini fino a configurare una vera e propria metodologia dello sconfinamento semantico. In questo modo Sini ha dato un significato nuovo a ricerche storicizzate, recuperandone il valore linguistico e il fascino oggettuale, ma ha pure saputo trovare in un insolito connubio di continuità e discontinuità le pulsioni profonde che hanno animato il passaggio dal Moderno al Postmoderno.

Galleria

Ulteriori informazioni

Note biografiche

Danilo Sini (Sassari 1961) emerge tra i  giovani artisti della scena sassarese degli anni Ottanta. Dopo una prima mostra nel Centro Culturale Voltaire è tra gli artisti segnalati nella  Biennale Giovani del 1986. Nello stesso anno prende parte alla collettiva I Morbidi Toffè, che riunisce i protagonisti della cultura underground cittadina.

Inizialmente alterna la ricerca visiva con  l’attività di musicista in  un gruppo Punk (PSA) e  di creativo presso una agenzia pubblicitaria, ma dalla fine degli anni Ottanta la ricerca artistica lo assorbe completamente. La mostra a tre con Andrea Nurcis e Gianfranco Pintus (L'Immagine al di là della superficie) all'Arte Duchamp di Cagliari, nel 1989, e poi le personali alla  Galleria Due Pi Greco e  nello spazio  Arti e Mestieri di Sassari nel 1991, aprono un periodo espositivo molto intenso che vede nel 1996 la sua partecipazione al Primo Premio Trevi Flash Art Museum e alla alla XII Quadriennale di Roma. Alla fine dello stesso anno  tiene una personale a Sassari nel ciclo Arte a Palazzo Ducale dove presenta i lavori con materiali naturali e i dipinti su carta lavorata a mano. Chiude il decennio la partecipazione alla mostra Atlante- Geografia e Storia  della Giovane Arte Italiana al MACS di Sassari.

Negli anni Duemila la sua ricerca alterna momenti più sperimentali in cui pittura, scultura e installazione  si intrecciano producendo soluzioni inusuali, ad altri in cui riemergono iconografie e tecniche già usate dando vita a rielaborazioni semantiche che assumeranno un ruolo sempre più importante nella sua ricerca.

Nello stesso periodo inizia una collaborazione col Festival Time in Jazz di Berchidda di cui cura tutta la produzione  grafica per quasi un decennio e partecipa a diverse mostre collettive realizzate all'interno del PAV (Progetto Arti Visive). Comincia anche una attività di tatuatore e disegnatore di tatuaggi per riviste specializzate che lo mette in contatto con le esperienze tedesche ed inglesi del settore.

L'attività prettamente artistica vede soprattutto partecipazioni a collettive su temi con cui avverte una particolare  consonanza: la celebrazione gramsciana nella mostra Un  passo in più, alla Stazione dell'Arte di Ulassai (2007), il confronto tra la dimensione locale e gli effetti della globalizzazione  nella collettiva Generazione Glocal all'Exma di Cagliari (2011), l'eredità dell'avanguardia isolana nella puntata 80/90 della mostra storica La Costante Resistenziale, al Museo Man di Nuoro (2016). Nel 2019 l'Exma di Cagliari organizza una estesa antologica che partendo dalle opere  della metà degli anni Ottanta arriva fino ai lavori più recenti.

Nel 2024 partecipa alla I Biennale d'Arte Contemporanea “Maria Lai”, dove ottiene il premio del pubblico per l'installazione topodimontagna.

Vive e lavora a Sassari.

Ultimo aggiornamento: 22/04/2025, 18:47

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