(Nuoro, 1929 – Nuoro 1975)
Il nuorese Giovanni Nonnis è considerato uno degli artisti sardi più interessanti della sua epoca, caratterizzato da un’eccentricità ed uno spiccato anticlassicismo. Nel primo ciclo pittorico delle Crocifissioni introduce un elemento tipico della tradizione bizantina, ovvero il fondo oro, che ha la capacità di azzerare l’idea di spazio e di prospettiva, precetto rinascimentale totalmente rifiutato dall’artista, poiché considera lo spazio artistico come spazio dell’anima e non dell’occhio.
Le sperimentazioni artistiche di Nonnis continuano con una serie di dipinti, la Saga dei nuragici, che traggono la loro ispirazione dalla figura selvatica e bellicosa del guerriero sardo: con questa iconografia egli ribadisce il rifiuto del classicismo, per sposare la cultura selvaggia e arcaica con accenni ai bronzetti sardi, alle maschere oceaniche e alle immagini delle leggende celtiche. L’immagine del fiero guerriero si configura con Nonnis, non solo come la celebrazione della potenza naturale dell’animo umano, ma anche come un nostalgico ritorno al passato della Sardegna, in cui l’arcaico trionfa sui simboli del presente, segno che l’uomo moderno non può prescindere dal suo passato.
Giovanni Nonnis troverà una grande fortuna critica solo post mortem, poiché in vita non ha riscosso successo in un mondo profondamente orientato verso il futuro: il suo sguardo profondo al passato nascondeva infatti una critica verso il domani e verso il progresso.