I CAPITELLI DI SPOGLIO
La Cattedrale romanica di Oristano era riccamente dotata di marmi di spoglio (capitelli e colonne), prelevati dai vicini centri urbani romani, come Tharros e Othoca. Tra i marmi superstiti, due capitelli compositi databili al II-III secolo d.C.: uno trova oggi posto nella collezione del Museo, l’altro è collocato nel cortile antistante la cappella del Seminario Arcivescovile. Unitamente a una ventina di colonne, fungevano da sostegni per ampi archi a tutto sesto, generando i setti divisori dell’aula romanica.
CAPITELLO DEL XII SECOLO
Vi è un unico capitello superstite di età romanica, realizzato ex-novo per la Cattedrale del XII secolo. Questo elemento fornisce un dato di grande importanza per la ricostruzione dell’aspetto medievale del duomo. Rimanda infatti con precisione ad altri esemplari impiegati nella sobria decorazione dell’abside dell’ex-cattedrale di Santa Giusta, ultimata nello stesso periodo.
LE COLONNE
Il duomo romanico di Oristano ospitò nel XII secolo diversi marmi di spoglio, provenienti dalle vicine città di Tharros e Othoca. Queste colonne – insieme ad altrettanti capitelli compositi – altro non erano che i sostegni delle arcate dell’edificio romanico, determinanti la divisione degli spazi tra navata centrale e navatelle laterali. Prima sotto indicazione dell’arcivescovo Antonio Nin (+1740), durante la ricostruzione della Cattedrale, poi nel primo Ottocento, su suggerimento dell’architetto Giuseppe Cominotti, si pensò di riutilizzare le colonne nel completamento del prospetto del duomo, ma in entrambi i casi la soluzione rimase allo stato di proposta.
Attualmente undici colonne, realizzate in marmo e granito, sono conservate nel cortile del museo e altre sei si trovano nelle vicinanze (due sulla facciata della Cattedrale e quattro nei giardini del Seminario).