Come coltivare ed educare la propria interiorità?
In un tempo come il nostro dove diventa sempre più complesso preservare la bellezza e l’autenticità del proprio mondo interiore, Rose-Marie Eggmann ha scelto di coltivare la sua anima come un giardino. Lo ha fatto attraverso lo strumento dell’arte, dando al segno e al colore il compito di tingere di sogno e di poesia tutta la sua vita.
Ogni giardino, però, ha un limite, che spesso impedisce al caos di mescolarsi con l’ordine. Lo steccato che il destino ha scelto per Rose-Marie è stata una lunga malattia invalidante – la sclerosi multipla – che lei ha saputo trasformare in una nuova espressione estetica, una rinnovata azione di action painting in cui la volontà creativa si è accompagnata con il destino.
La mostra svelerà solo alla fine questo segreto.
Siamo tutte e tutti invitati, quasi in punta di piedi, a intraprendere una passeggiata in questo giardino interiore, popolato di personaggi fatati, pieni di tenerezza e ironia (Apparizioni), dove l’esuberante natura e il profumo dei fiori è raccontato da un colore gorgogliante (La sublime astrazione), dove l’ombra della sera riduce le forme a essenziali tratti scuri preannunciando il silenzio della notte (Silenzio. Il segno che costruisce), dove l’ordine che dà pace è frutto del lavoro sapiente delle mani che tessono (La pittura tessuta). Un giardino dove, infine, il dono di sé si esprime nella capacità di integrare il limite affinché la poesia non si interrompa (Tormento e quiete).
Ritmi interiori e ritmi cosmici.
Fare arte con l’interezza del sé. Con la mente, con il corpo, con l’anima: questa è Rose-Marie Eggmann.
Sara Lissia
Maria Francesca Porcella
con Antonello Carboni e Silvia M.R. Oppo