(Bono, 1891 – Olzai, 1960)
Nasce a Bono (SS) nel 1891 e dopo la morte del padre, la madre fa ritorno nel suo paese natale, Olzai, e lui viene affidato alle cure dello zio materno e parroco di Ollolai Carlo Nonnis. Durante la permanenza a casa dello zio, Carmelo Floris fa la conoscenza di Giuseppe Biasi e Mario Mossa De Murtas. Dopo il ginnasio, Floris si trasferisce a Roma dove frequenta l’Accademia di Belle Arti e fa amicizia con Melkiorre Melis, seguendo insieme a lui i corsi alla Scuola libera del nudo e all’Accademia di Francia. Nel 1914 realizza una serie di xilografie per la rivista “Sardegna”, fondata da Attilio Deffenu, e nel 1915 dipinge Ultimo ballo e I funerali di Ziu Bore e Don Daga, in cui lo stile è profondamente influenzato dall’arte di Giuseppe Biasi. Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, si arruola nella Brigata Sassari e combatte per tre anni sull’Altipiano di Asiago e sul Piave, ricevendo una medaglia d’argento al valor militare.
Nonostante la guerra, Carmelo Floris non smette di dipingere, soprattutto scene che ritraevano i momenti del conflitto; una volta rientrato in Sardegna si trasferisce a Olzai, dove trascorre alcuni periodi insieme a Mario Delitala, con cui viaggerà per tutta l’isola, dedicandosi allo studio del paesaggio sardo. Tra il 1921 e il 1924 partecipa alla prima Biennale Nazionale d’Arte a Roma, alla Quadriennale di Torino, alla XCI Esposizione di belle arti della Società amatori e cultori di Roma e alla prima Esposizione d’Arte sarda di Cagliari. Nel 1925, in seguito ad una chiamata di Francesco Ciusa, insegna disegno alla Scuola d’Arte applicata di Oristano per circa due anni. Nel 1930 prende parte alla XVII Biennale di Venezia e nel 1933 alla prima Mostra del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti; in questo stesso anno, Floris dipinge il ciclo decorativo ispirato alla vita e alle feste popolari della Sardegna per la casa Siviero di Oristano e, tre anni più tardi, fece la sua prima personale presso la sala del fotografo Perella a Sassari.
Nel 1938 incontra Emilio Lussu a Parigi e, mentre rientrava in Italia con materiale propagandistico di Giustizia e Libertà, viene arrestato; dopo essere stato recluso prima a Nuoro e successivamente a Cagliari, viene condannato a cinque anni di confino nelle isole Termiti. Durante il periodo passato in esilio, Carmelo Floris non smette di dipingere e realizza circa ottantacinque ritratti di poliziotti e il suo autoritratto. Nel 1942 ottiene l’amnistia e rientrato in Sardegna espone le sue opere alla Triennale di Tempio. Nel 1952 realizza La Via Crucis nella cattedrale di Nuoro e allestisce diverse personali, soprattutto nell’isola; la sua ultima mostra risale al 1960 a Firenze presso la Casa di Dante. Carmelo Floris muore a Olzai, nel paese della madre, il 22 agosto del 1960.