Il Museo Diocesano di Oristano prosegue la propria attività volgendo lo sguardo, come di consueto, al mondo dell’arte che maggiormente incontra temi sacri. Giovedì 23 luglio p.v. alle ore 19.00 nella galleria del museo si inaugura la mostra temporanea Òntos\esserci\esserenelmondo, personale dell’artista Antonello Cuccu.
Architetto, designer, il suo impegno è legato anche alle pregevoli pubblicazioni nel campo della storia dell’arte sarda. L’esposizione offre al visitatore trent’anni dell’attività di un artista ermeneutico e neorinascimentale. Gli esiti della sua ricerca estetica sono espressione di un sostrato disciplinare eterogeneo che, attraverso un centinaio di lavori, restituisce una costante ricerca e rivelazione del sé.
La quotidianità, forse come non mai, invita ad una riflessione sul senso profondo, ultimo e labile, dell’esistenza umana. In questo contesto storico si inserisce il lavoro di Antonello Cuccu.
In un terreno impervio, già battuto nel pensiero da grandi filosofi del Novecento come Heidegger e Jaspers, la narrazione visiva di Cuccu si struttura indagando il problema dell’esistenza partendo dall’esserci (òntos), cioè dall’essere-nel-mondo.
Il mondo rappresenta ovviamente la totalità dei rimandi che hanno senso in vista di un progetto dell’Esserci. Dunque esplodono, in potenza, in una moltitudine di possibilità, di scelte, che l’uomo deve continuamente operare per determinare il proprio modo d’essere. Insomma, una lotta ragionata davanti alle improvvise avversità di tutti i giorni per non esserci in modo sterile e casuale. Cuccu mostra le cose ordinarie e universali liberandole dalle coperture, dalle apparenze e le svincola dal tempo e dal contesto storico nel quale si verificano. Riflette sulla vita, sul passato, sul presente, alle sue possibilità e alle modalità dell’esserci. La omaggia, la ringrazia, anche quando è dura e le dedica un altare in apertura del suo racconto artistico. Celebra e glorifica il nostro cammino, che spesso è comune, che si consuma veloce e in linea retta senza possibilità di ritorno. La vita che dura il tempo di un clic. Le quattro stagioni sono parte dei quattro elementi, simbolo di generazione e corruzione, evidenza temporale di una vita mutevole ma non durevole, per sua natura storica, che necessita costantemente un ripensamento critico della tradizione che la determina. L’artista manifesta nel suo lavoro, scevro da orpelli, il nascondimento della totalità a cui l’uomo appartiene, alla nostra collocazione-limite, immersi negli spazi profondi, anche interiori, dai quali la domanda metafisica circa il senso dell’essere è destinata ad un naufragio non solo concettuale, che chiude magistralmente la mostra. Cuccu rifugge il decoro e declina il suo gusto verso la maestà delle forme essenziali, vive il suo modo d’essere dell’esserci nella comprensione del tempo, compenetrazione tra passato, presente e futuro, in cui domina il futuro.
Antonello Carboni, Silvia M. R. Oppo