Il museo ospita i quattro stendardi monumentali provenienti dalla controfacciata della Cattedrale di Santa Maria Assunta, interessata dai restauri. Viene offerta al visitatore la possibilità di ammirarli ad una distanza ravvicinata, data la loro originaria collocazione a circa dieci metri di altezza, e di conoscere una pagina della nostra città ricca di fascino e storia. Una testimonianza materiale dell’attacco francese alla città nel febbraio 1637, che racconta Oristano nell’ambito della Guerra dei Trent’anni.
Il 21 febbraio del 1637 una squadra della flotta francese comandata da Enrico di Lorena, conte di Harcourt, entra nel golfo di Oristano e bombarda la torre del porto costringendo alla fuga la piccola guarnigione. Migliaia di Francesi con alcuni cannoni risalirono il Tirso e raggiunsero Oristano, da cui tutti gli abitanti, allarmati dalle cannonate, erano sfollati col loro Arcivescovo a Santa Giusta. Per gli invasori fu facile darsi al saccheggio. La reazione sardo spagnola avvenne dopo alcuni giorni. Il Viceré de Urrea mobilitò almeno 2.000 fanti e 4.000 cavalieri, comandati da Diego de Aragall, che respinse gli occupanti che si ritirarono. Le perdite francesi si contarono in 700 caduti, 36 prigionieri, 7 pezzi d’artiglieria, 700 moschetti, 11 barche, parte del bottino, e soprattutto svariati stendardi del Conte d’Harcourt. Era il 26 febbraio.